07 agosto 2007

Bambinerie


(piccole storie)

Da un sondaggio tra amici di pochi giorni fa, è emerso che buona parte delle persone che conosco, oggi proiettate verso le trenta e quaranta primavere, nei primi dieci anni di presenza sulla Terra ne ha combinate quasi di ogni genere. I più, nonostante le premesse inquietanti - qui ringrazio sentitamente il Gran Regista e i coprotagonisti della faccenda - nella vita sono diventati bellissime persone. A volte, queste conservano i bernoccoli di un tempo, allegramente disposti - udite, udite - in fila sulla fronte. In effetti, c'era chi rompeva i lampadari a testate perché dotato di rara incontenibile baldanza e - devo ammettere, all'analisi posteriore dei fatti - di maldestro equilibrismo nell'arte di arrampicatore di tavoli. C'era chi si lanciava a folle velocità giù per i campi, con carretti di legno del tutto privi di freni, ma dotati di efficacissimi sistemi per sterzare. C'era chi faceva la lotta con la frutta marcia o i duelli con i sassi. Salvo prenderne (e ancora prenderne) dai genitori e, in alcuni casi, ricordarsene per sempre. C'era chi sputava alla sorellina, e lei - con quale ardore e tenero affetto - rispondeva a morsi. Quella che sputava, ahimé, ero io. Credo che in quell'occasione, come un imprevisto tra le pesantissime sgridate, mi sia successo anche dell'altro. Lo ricordo come l'atto più umiliante da me compiuto, quello che mi ha catapultato, da quel giorno, giù dal mio mondo di nuvole, da quel mondo che mi faceva vedere solo quanto ero una Brava Bambina. Lì c'era il germe per intuire quanto fosse faticoso riconquistare la fiducia delle altre persone, scavalcando la vergogna vivissima che avevo provato a causa di quel gesto, io Bambina Timida e Brava (poi, molti anni dopo, avrei sfiorato il senso doloroso ma liberante dell'essere imperfetti). Adesso sorrido: ma a conti fatti devo ringraziare davvero - ora che sono donna - anche questo piccolo avvenimento, di essermi sentita profondamente lama per un giorno.

(di bambini e animali)

5 commenti:

Unknown ha detto...

Di dispetti ne ho fatti anch'io un bel po' alla mia sorellina e di calci nel sedere e scappellotti, da mia madre, ne ho fatto una nutrita collezione.

Anonimo ha detto...

Le sorelle sono indispensabili. C'è qualcuno 'altro' da te che ti mostra che c'è dell' 'altro'. Io alla mia procurai un 'mazziatone' cosmico da parte di mia madre, accusandola di esser stata lei a lanciar strilli in casa, mentre ero io la colpevole. Ognuno ha i suoi scheletri nel cassetto. Bacio, Federica!

Anonimo ha detto...

[ral]: alla fine è bello scoprire, da grandi, che a qualcosa gli scappellotti son serviti. Anche se penso che a una certa età - che oggi va dai 10-12 in su - i ragazzi comincino a vivere come funamboli sull'orlo di una spesso irreversibile scelta di vita, e i genitori possono non bastare più: bisogna trovare qualcuno, là fuori, che dia una mano :-)

ecatina: ciao carissima, come stai? Mi piace molto pensare al legame che c'è tra fratelli/sorelle, qualcosa ho accennato anche nel post Tre fratelli. Ognuno ha qualcosa dell'altro fratello/sorella, ma non solo: ha qualcosa di somigliante a te, ma che allo stesso tempo è infinitamente altro da te. Un abbraccio :-)

Unknown ha detto...

Son d'accordo, le piante, da giovani, hanno bisogno di un tutore per crescer bene, è anche vero che oggigiorno, per quel che mi par di vedere, la somministrazione di sani calci nel sedere e scappellotti è diminuita drasticamente...

Anonimo ha detto...

[ral]: è quel che vedo anch'io, purtroppo; bisogna ripristinare il sistema con il giusto rigore :-)