28 gennaio 2008

Come andar di giorno


(confini)

Qui è solo giorno. Da bambino, per dormire premevo il peluche sull'orecchio. Prima della notte allontanavo fruscii e oscuri perché. Poi sono cresciuto e sono qui, dove la notte non esiste. Il sole è acceso, sempre. Tutto evapora, senza angolo o nido o mano che trattenga qualcosa di me. Scoperto, mi scotta la luce che svela ogni risposta. In pieno sole, muto e immobile, sono colmo di vuoti e di voci, colori e sabbia di parole - assolato cercare. E qui, dove nulla finisce, inseguo il fruscio, porta di silenzi un tempo sfuggiti (ricordo le vie scure e sparse: erano tenui splendidi fili, vibranti d'ombra e di luce) qui raccolgo i miei confini - che temevo e amavo, prima della notte.

(di infinito)

2 commenti:

Daniele Marioli ha detto...

Molto bella la foto..
Sulle tue poesie non ho poi molto da dire, le leggo, e al primo colpo mi sembra di aver capito tutto.
O forse nulla.
Un grande saluto e a presto!

federica ha detto...

daniele: c'è un filo di brezza in quella palma, appena un poco :-)