24 luglio 2006

Imprevisto 8 - La Regina


… giunse alla sala del festino in tempo appena per cadere in ginocchio e, chinando il capo in confusione, offrire una coppa d’acqua di rose alla gran Regina in persona.
Tanto era intimidito, che di lei altro non vide fuorché la mano inanellata immersa nell’acqua; ma quella vista gli bastò. Era una mano che non si poteva dimenticare; una mano sottile dalle dita sempre ricurve come a serrar scettro o globo; una mano nervosa, bisbetica, malsana; mano di despota; mano cui bastava levarsi per far cadere una testa; una mano, parve a Orlando, attaccata a un vecchio corpo che emanava l’odore degli armadi che rinserrano le pellicce tra la canfora; un corpo tuttavia bardato d’ogni sorta di broccati e gemme che si teneva eretto ad onta, forse, dei dolori di sciatica, né cedeva malgrado i mille terrori che lo agitavano; e gli occhi della Regina eran lionati.

Virginia Woolf, Orlando, Mondadori, Milano 2003. Prima edizione: The Hogarth Press, Londra 1928

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